Il mondo dell’estrazione mi ha sempre affascinato, fin dai primi anni in cui ho intrapreso la professione nel settore del marmo, ho sentito la necessità di visitare e capire le origini del mio lavoro.
Tutto inizia dalla produzione della materia … che in realtà non viene prodotta nel senso stretto del termine, perché esiste già, da milioni di anni, pronta all’utilizzo e immobile fino al momento in cui l’uomo non ha trovato i mezzi per l’estrazione.
Tutti i paesi hanno una propria produzione estrattiva, anche se ogni paese ha intrapreso una propria strada, alcuni specializzandosi e investendo in modo massiccio, altri meno.
L’ Italia del XX secolo per anni è stata leader del settore, il bacino delle Alpi Apuane dal quale si estraggono tutti i materiali bianchi e non solo conosciuti nel mondo da secoli, è il distretto marmifero principale italiano.
Dietro questa realtà ce ne sono tante altre di secondo e terzo livello, penso al bacino di Tivoli, Trani e Apricena, alle cave del travertino di Rapolano, ai graniti sardi, della valdossola e tanti altri.
Ma dalla cava, come si spostavano in passato i blocchi per essere lavorati? Questo era un passaggio faticoso e pericoloso a causa dei pochi strumenti a disposizione. E oggi, come si trasportano? Vediamolo insieme.
Lizzatura: antica tecnica di trasporto del marmo
Il cavatore, una categoria di lavoratori che negli anni conta numerosi infortuni e vittime, un lavoro duro che il progresso tecnologico ha potuto addolcire.
Nel passato, il trasporto del marmo rappresentava una sfida titanica, le cave di marmo, disseminate in luoghi remoti e spesso montuosi, erano il punto di partenza di un viaggio lungo e faticoso. Questo delicato materiale richiedeva una gestione attenta e una supervisione costante per evitare danni durante il trasporto.
Mi sono imbattuto in un curioso documentario dell’Istituto Luce che spiega in modo chiaro il processo della lizzatura e cioè il procedimento di trasferimento dei blocchi di marmo dalla cava fino a valle. Questa tecnica prende il nome dalla “lizza”, la particolare slitta che gli operai costruivano con travi di legno su cui venivano poggiati i blocchi e legati con robuste corde in canapa, sia per tenerli uniti che per farli scivolare lungo tutto il percorso. È una procedura antica che inizia al tempo degli egizi e che dura fino agli anni cinquanta del secolo scorso.
A parte riferimenti politici che non posso omettere ma di cui poco o nulla mi interesso, il video spiega molto chiaramente tutto il procedimento. Impressionante il numero di persone impiegate, la fatica di ogni singolo processo ed il rischio che tale pratica comportava. Prenditi del tempo e guardalo tutto, ne vale la pena!
Tecniche moderne di trasporto del marmo
Oggi moderni mezzi di trasporto e di sollevamento, argani, bulldozer, ruspe e gru, sono subentrati al lavoro estenuante dei cavatori di un tempo, rendendo agevole e veloce il trasferimento dalla cava alla segheria o direttamente al porto, dove vengono imbarcati per essere trasportati nel mondo.
Ma proprio quest’ultimo punto e cioè la vendita dei blocchi del prezioso marmo Apuano nel mondo mi fa pensare che si dovrebbe investire di più in trasformazione in Italia, nel senso che trovo inutile vendere blocchi che poi daranno lavoro a centinaia e migliaia di lavoratori fuori dal nostro sistema produttivo: perché non farlo direttamente noi quel lavoro e vendere direttamente se non il finito ma almeno il semilavorato, lastre e filagne?
Parliamo di prodotti pregiatissimi ricercati nel mondo, le cui quotazioni sono arrivate alle stelle, grazie anche ad una lungimiranza di chi ha saputo estrarre il prodotto e valorizzarlo a tal punto da farlo diventare prodotto di elite.
L’evoluzione del trasporto del marmo
In conclusione possiamo dire che nel passato gli operai trovarono numerose soluzioni geniali e ingegnose per il trasporto del marmo, non avendo mezzi idonei. Dal carico su carri e il trainamento con animali, alla lizzatura, al sommergere navi per riuscire a caricare obelischi immensi, la soluzione trovata dai Romani, come ci racconta in modo dettagliato lo scrittore Plinio.
Oggi gli addetti ai lavori in cava si trovano numerose strumentazioni che agevolano il lavoro, ma non per questo il loro impegno risulta meno pericoloso.